Dall'ape nera siciliana il miele migliore. È anti-età e medicinale
Possiede antiossidanti dieci volte di più rispetto alla norma, oltre a 13 sostanze antibatteriche e 4 antifungine
Giorgio Petta
Palermo. Antiossidanti in quantità dieci volte superiori rispetto a qualsiasi altro miele, ma anche tredici sostanze antibatteriche e quattro antifungine. Questo il palmarés del nettare prodotto dalle Api nere sicule. Un toccasana naturale. L'ennesimo «must» dell'agroalimentare siciliano che dagli agrumi all'extravergine di oliva - solo per citare alcuni dei prodotti - recita un ruolo di tutore della nostra salute.
Catalogata come "Apis siciliana" nel 1896 da Dalla Torre, l'Ape nera siciliana è stata classificata da Montagano nel 1911 come "Apis mellifera sicula" e possiede un miotipo genetico africano (A) diverso dalla varietà "ligustica", la più diffusa in Italia. In Sicilia sarebbe arrivata durante l'ultima glaciazione del Quaternario. Rispetto alla "ligustica" ha un colore scuro e le ali più piccole, mentre i peli dell'addome e del torace hanno una colorazione giallastra.
La sua salvezza dall'estinzione, negli anni ‘70, si deve a Pietro Genduso, docente di Entomologia agraria e lotta biologica all'Università di Palermo e all'apicoltore carlo amodeo, suo allievo. Individuato uno sciame geneticamente puro, i primi alveari furono istallati a Ustica dove non c'erano rischi di incroci con altre varietà, quindi a Filicudi, Alicudi e Vulcano. «La sicula pura - spiega amodeo, che ha lavorato con l'Istituto di biologia cellulare dell'Università di Palermo e con il Cra-Api di Bologna - oltre alla estrema docilità, nel clima mediterraneo è un'ape insuperabile su tutti i fronti: produttività, precocità, resistenza alle malattie, scarsa tendenza al saccheggio, basso consumo di miele, capacità di svilupparsi anche partendo da piccoli nuclei».
Per incrementarne la popolazione, nel 2012 è stato avviato, in omaggio al prof. Genduso, il progetto regionale «Reintroduzione e conservazione della sottospecie a rischio di estinzione Apis mellifera siciliana» coordinato dal Cra-Api di Bologna in collaborazione con la Regione Siciliana, l'Istituto zooprofilattico della Sicilia, le Università di Catania e di Palermo, la Fondazione SlowFood, la Soat di Collesano e l'Apicoltura amodeo.
Del miele prodotto dall'Ape nera sicula si sono occupati Gian carlo Tenore, Alberto Ettore Novellino del Dipartimento di Chimica Farmaceutica e Tossicologia dell'Università Federico II di Napoli e Pietro Campiglia del Dipartimento di Farmaceutica e scienze Biomediche dell'Università di Salerno. «I risultati ottenuti sulla composizione polifenolica dei mieli di arancio e limone - scrivono i ricercatori - indicano un quantitativo maggiore rispetto a quello riscontrato negli altri mieli della stessa tipologia ma prodotti da sottospecie diversa in Sicilia e in altre regioni d'Italia o all'estero, che condividono le stesse condizioni climatiche. E addirittura 10 volte maggiore rispetto ai mieli prodotti in altre aree dell'Isola stessa». La ricerca è stata pubblicata anche dall'inglese «Food and Chemical Toxicology journal». carlo d'Inghilterra ha già acquistato da amodeo gli sciami di Ape nera sicula per favorire l'impollinazione nelle sue fattorie del Galles. Da oggi vorrà anche il miele salva-età.