ape Slow

Una specie autoctona per un miele unico

Apis Mellifera Sicula

Api Slow

Oltre un ventennio di lavoro con l'Ape mellifera sicula in purezza e due lavori di comparazione svolti tra Ape sicula ed Ape ligustica in collaborazione con l'Istituto di biologia cellulare dell'Università degli studi di Palermo ed in ultimo con il CRA-API di Bologna, mi consentono di affermare che l'Ape sicula pura oltre all'estrema docilità, nel clima mediterraneo è un'ape insuperabile su tutti i fronti: produttività, precocità, resistenza alle malattie, scarsa tendenza al saccheggio, basso consumo di miele, capacità di svilupparsi anche partendo da piccoli nuclei.

Se è vero che l'Ape sicula deve a me la sua attuale esistenza per averla isolata ed in collaborazione con gli Istituti di ricerca, riprodotta in purezza selezionandola geneticamente, io devo a questa sottospecie molto di ciò che sono riuscito a realizzare come azienda apistica.

Ecco alcune peculiarità dell'Apis mellifera sicula:

  • L'ape sicula ha una maggiore varianza genetica rispetto ad ogni altra sottospecie di ape mellifera Europea, ciò è dovuto alle sue origini Africane. Per varianza genetica si intende un maggior numero di geni che garantiscono una maggiore reattività rispetto ad ogni possibile problematica.
  • Sviluppo precoce della covata anche 8 o 9 telaini tra dicembre e gennaio, ciò consente di avere api giovani, quindi maggiore durata e dinamicità rispetto alla ligustica ed altre api nordiche, che hanno il blocco di covata invernale.
  • Ape richiesta dai serricoltori per l'impollinazione delle colture protette (angurie, cantalupi, fragole ecc..) essendo nella sua rusticità attiva e funzionale nelle situazioni estreme dei tunnels, nei quali dagli 0° gradi della notte possono seguire i 40° gradi del giorno.
  • È dimostrato che in ogni alveare soltanto un'esigua parte delle api esce a bottinare e di queste soltanto il 20% circa raccoglie il polline e quindi solo queste sono in grado di impollinare il fiore. Essendo il polline necessario al sostentamento della covata ed avendo l'Ape sicula abbondante covata tutto l'anno, molte più api vengono impiegate per la raccolta del polline, ciò comporta che a parità di bottinatrici le Api sicule riescono ad impollinare superfici maggiori di colture.
  • L'Ape sicula ha consumi di miele molto ridotti, ciò consente a parità di scorte di miele una maggiore probabilità di sopravvivenza del cassettino.
  • Forte capacità di autodifesa, in venticinque anni di lavoro con l'ape sicula e con la sicula f1 non mi è mai successo che un'arnia o un nucleo con regina si lasciassero saccheggiare.

Progetto APE-SLOW

Api Slow

Sabato 14 gennaio 2012 è stato presentato a Palermo, presso l'Istituto Zooprofilattico della Sicilia, il progetto di reintroduzione dell'ape nera siciliana finanziato dalla Regione Sicilia, Assessorato Agricoltura e Foreste.

Tale progetto è dedicato alla memoria del Professore Pietro Genduso titolare della cattedra di apicoltura dell'Università degli Studi di Palermo che studiò l'ape sicula per anni e mi trasmise la passione per quest'ape.

Il progetto nasce dal fortunato e casuale incontro con Slow Food.

La forte comunione d'intenti con questa organizzazione che lotta ogni giorno per aprire gli occhi ad un'umanità volta ormai prevalentemente al saccheggio dell'ambiente e di chi vorrebbe preservarlo.

Fin dall'inizio fu chiaro ad entrambi che una delle due sottospecie di api italiane, l'Apis mellifera sicula non potesse appartenere ad un solo allevatore, quindi coinvolgemmo il CRA-API di Bologna (ex istituto nazionale di apicoltura) per redigere congiuntamente un piano di reinserimento nella Sicilia Occidentale dell'Apis mellifera sicula, che prevedesse: la creazione di stazioni di fecondazione, un reinserimento massivo per tre anni di celle reali che riproducessero in Sicilia il patrimonio genetico delle api sicule in purezza da me isolate e riprodotte sulle isole di Vulcano, Filicudi ed Ustica, ma anche la ricerca di eventuali nuovi ceppi derelitti. Il progetto prevede inoltre uno screening progressivo delle api nei territori soggetti al reinserimento, con il più evoluto grado di analisi genetiche micro-satellitari, oltre che analisi mitocondriali, elettroforetiche e biometriche.

Per tale ampiezza di intenti oltre a Slow Food, all'apicoltura Amodeo Carlo il progetto Ape Slow vede coinvolti come partners: l'istituto zooprofilattico della Sicilia, l'università agraria di Palermo e di Catania, la Soat di Collesano e come capo fila il CRA-API di Bologna.

Vantaggi del progetto:

  • Salvaguardia della biodiversità.
  • Valore aggiunto per gli apicoltori aderenti al progetto, l'ape sicula essendo di origine africana ha una comprovata maggiore resistenza alla varroa ed alle virosi annesse. Tali caratteristiche di resistenza sono legate ad una variabilità genetica superiore ad ogni altra sottospecie di Apis mellifera europea come si è evinto da ricerche comparative genetiche svolte in Danimarca dal Professore Per Kryger dell'Aarhus University. È da considerare che quest'ape cenerentola (così definita da Gabriella Lasagni di Geo & Geo), se purtroppo dovessero continuare le morie di Apis mellifera potrebbe essere lo strumento estremo per salvare le derrate alimentari delle piante da frutto entomofile che sfamano il mondo.

Per quanto notevoli e globali appaiano i potenziali risvolti positivi è un aspetto ancora più importante ai miei occhi, ed è quello della condivisione di un bene prezioso, la nuova prospettiva di fare fronte comune nella difesa della biodiversità, ed accomunati da un obiettivo tanto importante, scoprire gli infiniti punti di convergenza che potrebbero farci riscoprire quell'armonia oggi sopita per migliorare noi e le condizioni del nostro pianeta.

Il progetto finanziato dalla regione Sicilia avrà la durata di tre anni, alla fine dei quali si spera di mettere totalmente in sicurezza questa sottospecie, che fino a qualche decennio fa si credeva estinta.

Il presidio Slow Food: ape nera sicula

Api Slow

Dal 2008 la mia apicoltura è uno dei 201 Presidi Italiani, in quanto attualmente sono l'unico ad allevare ed a poter riprodurre in purezza api sicule.

Non è vero che tutte le api sono gialle e nere. La livrea che normalmente associamo all'ape è in realtà tipica della ape ligustica, l'ape più diffusa in Italia, tanto da essere definita anche ape italiana. Esistono api scure, grigie o anche nerissime, proprio in Italia, simili morfologicamente alle api nere africane (dalle quali differiscono però per la minore aggressività): le quali nel dna hanno un miotipo genetico africano. L'ape nera sicula (Apis mellifera siciliana) ha l'addome scurissimo e una peluria giallastra e le ali sono più piccole. Ha popolato per millenni la Sicilia e poi è stata abbandonata negli anni '70 quando gli apicoltori siciliani sostituirono i bugni di legno di ferula (le casse a forma di parallelepipedo usate come arnie) e iniziarono a importare api ligustiche dal nord Italia. L'ape sicula rischiò in quegli anni la totale estinzione, evitata grazie agli studi e alle ricerche di un entomologo siciliano, Pietro Genduso, che la studiò per anni dopo la classificazione avvenuta ad opera di Montagano nel 1911. Genduso mi trasmise questa passione tuttora unico l'allevatore di api regine sicule pure iscritto al registro nazionale. Gli ultimi bugni di api nere sicule furono da me ritrovati in un baglio di Carini dove un vecchio massaro apicoltore produceva miele con quel sistema antico. I bugni contenevano alcune famiglie di api che, dopo aver deciso di praticare l'apicoltura professionale, conservai in isolamento sulle isole di Vulcano e Filicudi. È molto docile, tanto che non servono maschere nelle operazioni di smielatura, è molto produttiva - anche a temperature elevate, oltre i 40° quando le altre api si bloccano - e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. Caratteristiche molto importanti per la produzioni in aree dal clima molto caldo. La nera sicula inoltre sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evitando quindi sulla costa il blocco della covata invernale, nelle zone fredde del centro Sicilia va in blocco di covata come le altre sottospecie di api essa consuma meno miele delle altre api.

La cella frigorifero

Elenchiamo di seguito i processi che consentono al nostro miele di arrivare sulla vostra tavola con la fragranza, i profumi, gli enzimi, le proprietà antiossidanti ed antibatteriche tipiche del miele appeno estratto.

Bisogna sapere, sia ben chiaro, che più sono alte le temperature più il miele si deteriora in tutte le sue componenti naturali, perciò ormai da anni, l'apicoltura Amodeo, (dato che all'interno dell'alveare la temperatura media è di circa 35°, temperatura alla quale la freschezza del miele, HMF, si dimezza in poco più di due mesi), estrae dagli apiari i melari ad ogni controllo, circa ogni 10 giorni, anziché ogni 40 giorni (tempo della durata media della fioritura tipo).

Il miele una volta in magazzino dopo due giorni di deumidificazione a 33° viene centrifugato a freddo per estrarlo dai melari e dopo quindici giorni circa di decantazione, viene invasettato e deposto in cella frigo alla temperatura di 4/6 gradi (temperatura alla quale il grado d'invecchiamento è pressoché nullo) e li rimane fino alla fase di etichettatura e conseguente vendita. In questo modo il consumatore troverà sullo scaffale, un miele che è piena espressione della fioritura bottinata e del territorio che la ha generata.

"La casa del miele" come si può vedere dalla foto, è alimentata da pannelli fotovoltaici cosicché ad un vantaggio per il palato e la salute del consumatore, non segue un aggravio per la natura, in quanto, l'impianto fotovoltaico è in grado d'alimentare oltre alla grande cella frigorifero anche l'intera attività di magazzino.

Le api non ci danno solo miele ma un'ampia gamma di prodotti utili per gli usi più disparati.

Il Miele

Api Slow

Il miele è la sostanza alimentare che le api producono partendo dal nettare dei fiori o dalle secrezioni di parti vive di piante, che esse raccolgono, trasformano, combinano con sostanze proprie e depongono nei loro favi. Avvengono numerosi scambi da un'ape all'altra, all'interno dell'alveare, che consentono una graduale maturazione ed arricchimento di enzimi che derivano dalle secrezioni ghiandolari delle api stesse.

I componenti principali del miele sono il fruttosio, il glucosio, l'acqua, altri zuccheri e sostanze diverse, tra cui acidi organici, sali minerali, enzimi, aromi e molte altre. Il miele è un alimento vivo, di elevato valore nutritivo, facilmente assimilabile, nutriente e disintossicante. Il glucosio fornisce energia di immediato utilizzo, il fruttosio viene metabolizzato a livello epatico e costituisce una riserva energetica. Cento grammi di miele forniscono 320 calorie ed un potere dolcificante elevato.. I miei mieli sono tutti prodotti in Sicilia, estratti per forza centrifuga a freddo, non sottoposti ad alcun trattamento termico (che danneggerebbe inevitabilmente l'integrità del miele). Il nostro miele è estratto da alveari non trattamenti chimicamente bensì con prodotti del tutto naturali (timolo, mentolo). La cristallizzazione è un processo naturale che dipende principalmente dalla composizione e dalla temperatura, in quanto essendo il miele una soluzione sovrasatura di zuccheri semplici col freddo tendono a stabilizzarsi, solidificandosi). Se il contenuto di glucosio è elevato sarà più rapida, le basse e le alte temperature la inibiscono. Mentre con le alte temperature il miele si deteriora, con le basse temperature rimane come appena estratto per decine di anni. In natura pochi mieli sono sempre liquidi (l'acacia, alcuni castagni ed il nostro astragalo nebrodensis). I nostri mieli appena invasettati vengono perciò portati in cella frigorifero alla temperatura di circa 5/6 gradi appunto per la refrigerazione del miele...

Il miele che non deriva dal nettare dei fiori.

Melata: è l'unico miele che non deriva dal nettare dei fiori, ma dalla linfa di alcune piante, in Sicilia prevale quella di agrumi e quella di conifere. La linfa viene estratta dagli afidi e da altri tipi di insetti i quali trattengono in prevalenza l'azoto e le sostanze proteiche e rigurgitano le sostanze zuccherine che vengono succhiate dalle api.

Questo è un miele ricco di sali minerari presenti nella linfa delle piante.

La Pappa reale fresca

La pappa reale è una sostanza semifluida, gelatinosa, di colore bianco, di sapore acidulo-aromatico caratteristico, di elevato valore nutritivo. È prodotta dalle ghiandole ipofaringee delle api giovani per alimentare le api regine e gli individui neonati (per questo è detta anche "latte delle api").

La pappa reale è ricca di sostanze vitali e 100 grammi di prodotto fresco contengono 69,80 g. di acqua e 30,20 g. di residuo secco, il quale è composto per oltre il 48% da proteine e amminoacidi essenziali, per il 38% da zuccheri, per il 10% da grassi.

Contiene un gran numero di vitamine del gruppo B e numerosi sali minerali (calcio, rame, ferro, silicio, zinco, magnesio, manganese ed altri). Inoltre nella pappa reale è presente un fattore antibiotico.

Si assume in piccole dosi (una palettina) una o due volte al giorno con continuità, non assieme ad altri alimenti. È possibile mescolarla con poco miele in un cucchiaino. Si conserva in frigorifero per lunghi periodi (fino ad un anno) e si assume a digiuno preferibilmente 10 min. prima di colazione sotto la lingua e nel caso di bambini piccoli mescolata col miele.

La Propoli

Il termine propoli, secondo l'etimologia greca o latina, indica ciò che sta davanti, a difesa della città, che ha la funzione di pulire, disinfettare. In realtà le api utilizzano questa sostanza per rivestire tutte le superfici interne dell'alveare, i favi e le pareti dell'arnia, con lo scopo di impedire il diffondersi di batteriosi e malattie che la presenza di tanti insetti molto vicini e a contatto tra loro favorirebbero facilmente.

L'uso della propoli in soluzione alcolica trova applicazioni in dermatologia, in odontostomatologia ed in gastroenterologia per le sue proprietà antibatteriche e antibiotiche naturali.

Per l'uso esterno (micosi o ferite in fase di cicatrizzazione) è pratico l'uso di bastoncini con l'estremità ovattata. Per uso interno (affezione del cavo orale, gengiviti, gastriti, ecc.) un modo semplice e pratico di somministrazione consiste nell'inserire con il contagocce una piccola quantità di soluzione direttamente in bocca, dopo aver sorseggiato un po' d'acqua, ed ingerire, in questo modo la propoli aderisce ai tessuti, senza dare la sensazione di bruciore dovuta alla presenza dell'alcool. È necessario prestare attenzione in quanto le macchie sugli abiti ed in alcune superfici porose a volte sono indelebili.